venerdì 21 settembre 2012

Da Levanto a Portovenere in kayak da mare

5 Terre in kayak da mare: un classico itinerario tre stagioni, con sorprese.

 

San Pietro di Portovenere, Rocce Rosse, Scoglio Ferale, Punta Mesco

Allora, arriviamo con Robi a Deiva Marina. 
Sorpresa: il mare “quasi calmo” del bollettino ci mostra subito delle belle ondine che s’infrangono sulla riva con candidi spruzzi...
Carichiamo i kayak e imbarchiamo, la partenza è già un po’ bagnata.
Noto pochi minuti dopo la partenza che -come da manuale- in corrispondenza delle scogliere verticali le onde vengono riflesse, si confondono con quelle in arrivo e generano un mare “disordinato”: devo correggere spesso la rotta e l’assetto.
...insomma si balla.
Quindi faccio meno foto del solito e mi godo meno il panorama.

...si balla un pò...

  ...ma in primavera sarebbe peggio...

Passiamo da Framura: si può sbarcare al porticciolo sotto alla stazione ma la spiaggia seguente (Vandarecca, Porto Pidocchio) che in teoria potrebbe essere utilizzata per bivaccare è battuta dal mare e anche stretta. In ogni caso per noi è presto per fermarci.
A Bonassola la spiaggia invece è ampia e ridossata, ma è proprio in paese e non c’è campeggio;
proseguiamo fino a Levanto.
Qui le possibilità di sbarco sono ampie e c’è un campeggio (a 200 m dal mare e aperto quasi tutto l’anno), possibilità da non sottovalutare perché, come scopriremo poi, le possibilità di bivaccare su questo tratto di costa sono poche e spesso non comode, specie se il mare è mosso, anche poco mosso. Indubbiamente il bivacco selvaggio è più suggestivo.

Dalle parti di Bonassola

...ma se il mare è mosso...

Il tratto di costa che segue, quello di Punta Mesco, è forse il più bello su questo percorso; una costa disabitata con la parete che quasi sempre piomba direttamente in mare.
Anche qui l’onda riflessa “complica” il mare e mi costringe a concentrarmi sulla navigazione.
Girata la punta ci affacciamo sulla baia di Monterosso; prima di arrivarci la riva presenta una fascia bassa, composta da grandi ciottoli arrotondati. Sbarcare non è comodo ma è sicuro e mi pare che in qualche punto ci sia spazio per bivaccare, cosa che è vietata ovviamente sulle spiagge di Monterosso.
Invece questo paese può essere comodo per recuperare i kayak perché si arriva con l’auto fino al mare, cosa impossibile in seguito fino a Portovenere.
Monterosso, almeno visto dal mare, è meno suggestivo degli altri borghi delle 5 Terre. Invece il successivo, Vernazza, è bellissima: qui si può sbarcare facilmente alla spiaggetta del porticciolo e visitare il borgo.

Vernazza

Proseguendo arriviamo alla Baia di Guvano, dove troviamo una spiaggia utilizzabile per bivaccare, in particolare in corrispondenza di un terrapieno sulla destra. 
Seconda sorpresa: anche qui la spiaggia è ormai molto ridotta, stretta e piuttosto ripida e anche con mare poco mosso lo sbarco non è comodo; sulla riva non c’è spazio per dormire e bisogna salire al terrapieno sovrastante.
Non è un posto che mi piace molto, comunque è uno dei rari luoghi dove è possibile bivaccare.

Bivacco al Guvano

A Corniglia non è facile sbarcare, c’è solo un moletto scomodo e lo “Spiaggione di Corniglia” non esiste più: al suo posto una scogliera artificiale a protezione della ferrovia.
Allora proseguiamo fino a Manarola, altro borgo bellissimo ma dove non è comodo sbarcare, e ancora fino a Riomaggiore. Qui possiamo prendere terra al porto, praticamente in piazza.

 Corniglia

 

 


  Da sinistra Punta Mesco, Monterosso, Corniglia...


In kayak alla Marina di Riomaggiore

 Dopo Riomaggiore e fino a Portovenere non troveremo acqua (dolce…) quindi dobbiamo fare scorta; la costa prosegue molto bella, con un’alternarsi di scogliera, pendii franosi, insenature poco profonde.
In questo tratto c’è qualche spiaggia di grossi ciottoli dove eventualmente si può sbarcare e bivaccare; anche in questo caso non sono molto profonde, quindi non farci conto in caso di mare un po’ mosso.
Passiamo dallo Scoglio del Ferale, isolotto dalla caratteristica forma triangolare, ben visibile.
Arriviamo appena prima di Portovenere sotto un’altissima falesia di rocce rosse e quindi alle pareti sotto al Muzzerone: un tratto assolutamente bellissimo con acque profonde e solo rari punti di sbarco con mare calmo.
 


 Geologia

 

Rocce Rosse

 

Passate le falesie del Muzzerone siamo al piccolo golfo dominato dalla chiesa di San Pietro e traforato da qualche grotta...



La Chiesa di San Pietro di Portovenere, il Muzzerone, le Rosse, il Ferale in una calma invernale

 

Grotta Byron 

 

Scoglio Ferale e Punta Mesco da San Pietro

Anche qui spesso l’onda è riflessa e il mare è complicato, ma appena girata la punta entriamo nello stretto che separa Portovenere dall’Isola di Palmaria e ci ridossiamo; possiamo sbarcare in una delle spiagge, oppure fare il giro di Palmaria e del Tino (circa 10 km) o ancora proseguire lungo la costa fino al Golfo delle Grazie dove è comodo sbarcare.
In questa zona bisogna tenersi alla larga dalle installazioni militari, peraltro ben segnalate, e fare attenzione al traffico di natanti di ogni dimensione che può essere pericoloso.
Dalle Grazie è possibile, con attenzione, attraversare in corrispondenza della Diga Foranea di La Spezia e collegarsi all'itinerario che raggiunge Lerici, Tellaro e Fiumaretta in Toscana.

 Portovenere dalla Palmaria


Distanze approssimate:
Deiva M.  Framura 2,1 MN  4 km
Framura Bonassola 2 MN 3,8 km
Bonassola Levanto 1,6 MN 3 km
Levanto Punta Mesco Monterosso 3,6 MN 6,7 km
Monterosso Vernazza 1,85 MN 3,4 km
Vernazza bivacco Guvano 1,3 MN 2 km
Vernazza Corniglia 1,7 MN 3km
Corniglia Manarola 1,4 MN 2,6 km
Manarola Riomaggiore 0,75 MN
Riomaggiore Portovenere 6,4 MN 12 km
Itinerario collaudato a settembre 2012
Qui sotto puoi trovare il 
Bollettino e previsioni meteomare.

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