sabato 3 novembre 2012

Isola di Palmaria in kayak

Il giro dell'Isola di Palmaria, del Tino e del Tinetto in kayak da mare.


Questo itinerario in kayak da mare è uno dei classici della Liguria perchè offre tanti motivi diversi d'interesse:
mare blu, alte falesie, architettura dei borghi marini, uccelli, grotte, panorama sulle Alpi Apuane...

 L'Isola Palmaria , a sinistra, e Portovenere


E' un itinerario fattibile tranquillamente in giornata. Noi scegliamo d'imbarcarci da Le Grazie, sia per risparmiare sul prezzo del parcheggio di Portovenere che per goderci questo pezzo di costa.
Il primo tratto è interessante ma non mozzafiato, caratterizzato da numerose installazioni militari.
Portovenere è naturalmente meravigliosa, e solo un breve tratto di mare la separa dall'Isola Palmaria.

Portovenere dall'Isola Palmaria


Attraversiamo di fronte alla chiesa di San Pietro e ci spostiamo sulla costa S dell'Isola di Palmaria, sotto ad altissime falesie forate da grotte anche profonde.
Con il mare calmo è possibile entrare, ma è necessaria una buona luce per vedere qualcosa perché alcuni ambienti sono ampi.

La costa S di Palmaria con la chiesa di San Pietro sullo sfondo

...sullo sfondo l'Isola del Tino...

Una delle grotte


Grotta Azzurra

L'Isola del Tino

La Grotta dei Colombi

A Capo dell'Isola attraversiamo verso Punta Bianca e arriviamo al Tino: possiamo girare intorno ma non farci tentare dallo sbarco: il divieto è fatto rispettare dalla Guardia Costiera.
Il Faro del Tino, sotto il quale passiamo, è insieme a quello di Portofino (e alla Lanterna di Genova) uno dei miei preferiti: modesto e inserito nell'ambiente naturale di macchia mediterranea.

L'Isola del Tino

Il Faro del Tino

Passiamo vicino allo Scoglio del Tinetto e proseguiamo il giro tornando alla Palmaria. Sulla punta meridionale ci sono ancora i resti delle cave di marmo ed è possibile sbarcare per esplorarle. Tutta l'isola è cosparsa di installazioni militari, anche imponenti; però è riservato ai militari anche il campeggio che si trova a Pozzale.
Proseguendo lungo la costa E guardando bene possiamo vedere una fitta rete di bunker e trincee.
 




L'Isola del Tino
Passiamo da Punta della Mariella, Cala della Fornace, dalla Torre Scuola e ci affacciamo nuovamente su Portovenere in località Terizzo; da qui possiamo tornare a Le Grazie per l'itinerario dell'andata.


Tino, Palmaria, Montemarcello visti da Pasquilio, Alpi Apuane

L'Isola del Tino all'orizzonte vista da Montemarcello


Il nostro giro


Note:

Itinerario collaudato a maggio 2011  con Roberto.

Attenzione: in caso di mare mosso la costa sud della Palmaria non offre alcun punto di sbarco; onde riflesse dalle pareti di roccia.
Attenzione anche al traffico di imbarcazioni intenso dalle Grazie a Portovenere.
Nella zona delle Grazie un'ampia area costiera è zona militare: divieto d'accesso.
Divieto di sbarco all'Isola del Tino.
Distanze:
Le Grazie - Portovenere: 2 MN quasi 4 km;
Giro dell'Isola di Palmaria, Tino e Tinetto:  6 MN, circa 11 km
Come spesso accade in Mediterraneo questo itinerario in kayak da mare si gusta meglio fuori stagione, quando la pressione delle imbarcazioni turistiche è minore.
Qui sotto trovate il
Bollettino e Previsioni Meteomarine 
E' un'ottima idea unire al periplo in kayak il giro a piedi dell'Isola Palmaria, della durata di circa tre ore.
Sull'Isola di Palmaria esistono due o tre punti dove è possibile bivaccare, fuori stagione e con molta discrezione. A Portovenere esiste un ostello.
Altro:
questo itinerario si può unire a quello delle 5 Terre e a quello di Montemarcello (in questo caso fare molta attenzione all'attraversamento del Golfo di La Spezia dalla Punta del Varignano alla Punta Santa Teresa di Muggiano 1,5 MN quasi 3 km).

mercoledì 31 ottobre 2012

Portofino, San Fruttuoso, Camogli in kayak da mare

Abbiamo percorso questo breve ma splendido itinerario in kayak da mare nel mese di marzo del 2011, io Robi e Marc (a bordo del mio Nautiraid pieghevole: bateau conçu en France, fabriquè en France, conduit par un Français…).

 Da notare che in altri periodi l’itinerario può essere disturbato dalla presenza turistica, anche se buona parte della costa è interdetta al traffico nautico motorizzato. 
Santa Margherita e Portofino sono estremamente frequentati nella bella stagione. Però nei mesi invernali in caso di mare mosso non ci sono sbarchi né approdi sicuri tra Portofino e Camogli, tranne che a San Fruttuoso (dove il sentiero costiero scende –con un bel dislivello- al mare): questa è praticamente l’unica via di uscita.
Tutta l'area è protetta dal Parco Naturale Regionale di Portofino; sono quindi vietate la navigazione e l’approdo delle barche a motore. La circolazione delle barche a remi è libera, salvo nella Baia di Cala dell'Oro, riserva integrale.
Partiamo quindi da Santa Margherita facendo attenzione al traffico sostenuto di imbarcazioni, e in particolare ai barconi che portano i turisti a San Fruttuoso, veloci e che alzano una notevole onda.


Fuori da Paraggi

La prima parte della costa è interessante, ma comunque abbastanza frequentata e percorsa dalla strada; bello in particolare il Golfo di Paraggi. L’insenatura successiva è quella di Portofino, che resta uno splendido borgo marinaro anche se è assediato da yacht e motoscafi.

 Lo yacht di Marc a Portofino


Dopo Portofino la musica cambia: sulla punta vediamo il bellissimo faro, ma attenzione alle onde! Come spesso accade sulle punte, qui il mare a volte si complica…

Il Faro di Portofino dal kayak

 Inizia qui la costa della Penisola di Portofino, alta anzi altissima e inaccessibile con una foresta alla sommità, che prosegue quasi senza soluzione di continuità fino a Punta Chiappa, prima di Camogli.

La parete si immerge verticalmente in una profondità incredibilmente blu, dove non si vede il fondale ma solo i raggi di luce solare che sembrano convergere verso l'abisso.
La cala di San Fruttuoso con la sua abbazia benedettina del mille offre l’occasione di fare una sosta di pregio. Acqua e cibo nei bar del borgo. Volendo si può anche percorrere una parte del sentiero che però all’inizio sale ripidamente.

San Fruttuoso d'inverno

 

Abbazia benedettina di San Fruttuoso

 

Reti

 

...con il mare mosso...

Ripartiamo verso SW lungo la costa ma tagliamo la Cala dell’Oro, per la quale vige la protezione totale.

 ...verso Cala dell'Oro.


Un punto particolarmente bello è Punta Chiappa (le “ciappe” in dialetto ligure sono le lastre lisce di pietra), protesa verso il mare e luogo di passaggio in stagione di pesci di grossa taglia e dei relativi predatori; a dimostrazione dopo poco troviamo la storica tonnara e potremmo vedere le reti a mare, da rispettare. 

...verso Punta Chiappa....

 

 Robi im kayak a Punta Chiappa


Punta Chiappa dall'alto, le Alpi Marittime sullo sfondo



Proseguiamo fino alla bella spiaggia e allo storico borgo di Camogli, e ancora lungo un tratto di costa interessante ma ormai abbastanza frequentato e costruito arriviamo a Recco.

 Camogli



Note:

La costa è totalmente esposta ai venti del II°, III° e IV°: è consigliabile percorrerla in un periodo anticiclonico per evitare di trovarsi con brutto tempo o mare grosso improvviso su una costa esposta senza realistici punti di riparo;
la Punta di Portofino presenta spesso mare mosso e onda riflessa.
Qui sotto possiamo trovare il 
Bollettino e previsoni meteomare.
Distanza percorsa circa 9 miglia solo andata.
Coordinate:
imbarco a Santa Margherita  517093.54 m E   4909069.77 m N
San Fruttuoso513969.40 m E 4906922.49 m N
sbarco a Recco511234.11 m E 4911961.91 m N  .
Treno a Santa Margherita, Camogli e Recco.
Da notare che la Punta di Portofino è percorsa da una rete di splendidi sentieri che possono bene integrare o sostituire l’itinerario in kayak da mare.
Info parco e cartografia http://www.parcoportofino.com/




 







venerdì 19 ottobre 2012

In laguna di Venezia in kayak

Due brevi itinerari in kayak in Laguna di Venezia.


Da Lugo costeggiando la Riserva del Cason dell'Averto fino in Valle di Zappa...








...e un itinerario in kayak da mare nelle isole minori - a volte neglette e trascurate- a W e a S della Giudecca in Laguna di Venezia.

 


















 



Imbarchi:
Lugo. Scivolo in cemento in corrispondenza delle indicazioni Riserva Faunistica Cason dell'Averto
33 T 275899.13 m E  5027603.41 m N

Fusina. Al Camping Fusina, scivolo in cemento nella darsena interna al campeggio
33 T 285284.17 m E 5033503.17 m N

venerdì 21 settembre 2012

Da Levanto a Portovenere in kayak da mare

5 Terre in kayak da mare: un classico itinerario tre stagioni, con sorprese.

 

San Pietro di Portovenere, Rocce Rosse, Scoglio Ferale, Punta Mesco

Allora, arriviamo con Robi a Deiva Marina. 
Sorpresa: il mare “quasi calmo” del bollettino ci mostra subito delle belle ondine che s’infrangono sulla riva con candidi spruzzi...
Carichiamo i kayak e imbarchiamo, la partenza è già un po’ bagnata.
Noto pochi minuti dopo la partenza che -come da manuale- in corrispondenza delle scogliere verticali le onde vengono riflesse, si confondono con quelle in arrivo e generano un mare “disordinato”: devo correggere spesso la rotta e l’assetto.
...insomma si balla.
Quindi faccio meno foto del solito e mi godo meno il panorama.

...si balla un pò...

  ...ma in primavera sarebbe peggio...

Passiamo da Framura: si può sbarcare al porticciolo sotto alla stazione ma la spiaggia seguente (Vandarecca, Porto Pidocchio) che in teoria potrebbe essere utilizzata per bivaccare è battuta dal mare e anche stretta. In ogni caso per noi è presto per fermarci.
A Bonassola la spiaggia invece è ampia e ridossata, ma è proprio in paese e non c’è campeggio;
proseguiamo fino a Levanto.
Qui le possibilità di sbarco sono ampie e c’è un campeggio (a 200 m dal mare e aperto quasi tutto l’anno), possibilità da non sottovalutare perché, come scopriremo poi, le possibilità di bivaccare su questo tratto di costa sono poche e spesso non comode, specie se il mare è mosso, anche poco mosso. Indubbiamente il bivacco selvaggio è più suggestivo.

Dalle parti di Bonassola

...ma se il mare è mosso...

Il tratto di costa che segue, quello di Punta Mesco, è forse il più bello su questo percorso; una costa disabitata con la parete che quasi sempre piomba direttamente in mare.
Anche qui l’onda riflessa “complica” il mare e mi costringe a concentrarmi sulla navigazione.
Girata la punta ci affacciamo sulla baia di Monterosso; prima di arrivarci la riva presenta una fascia bassa, composta da grandi ciottoli arrotondati. Sbarcare non è comodo ma è sicuro e mi pare che in qualche punto ci sia spazio per bivaccare, cosa che è vietata ovviamente sulle spiagge di Monterosso.
Invece questo paese può essere comodo per recuperare i kayak perché si arriva con l’auto fino al mare, cosa impossibile in seguito fino a Portovenere.
Monterosso, almeno visto dal mare, è meno suggestivo degli altri borghi delle 5 Terre. Invece il successivo, Vernazza, è bellissima: qui si può sbarcare facilmente alla spiaggetta del porticciolo e visitare il borgo.

Vernazza

Proseguendo arriviamo alla Baia di Guvano, dove troviamo una spiaggia utilizzabile per bivaccare, in particolare in corrispondenza di un terrapieno sulla destra. 
Seconda sorpresa: anche qui la spiaggia è ormai molto ridotta, stretta e piuttosto ripida e anche con mare poco mosso lo sbarco non è comodo; sulla riva non c’è spazio per dormire e bisogna salire al terrapieno sovrastante.
Non è un posto che mi piace molto, comunque è uno dei rari luoghi dove è possibile bivaccare.

Bivacco al Guvano

A Corniglia non è facile sbarcare, c’è solo un moletto scomodo e lo “Spiaggione di Corniglia” non esiste più: al suo posto una scogliera artificiale a protezione della ferrovia.
Allora proseguiamo fino a Manarola, altro borgo bellissimo ma dove non è comodo sbarcare, e ancora fino a Riomaggiore. Qui possiamo prendere terra al porto, praticamente in piazza.

 Corniglia

 

 


  Da sinistra Punta Mesco, Monterosso, Corniglia...


In kayak alla Marina di Riomaggiore

 Dopo Riomaggiore e fino a Portovenere non troveremo acqua (dolce…) quindi dobbiamo fare scorta; la costa prosegue molto bella, con un’alternarsi di scogliera, pendii franosi, insenature poco profonde.
In questo tratto c’è qualche spiaggia di grossi ciottoli dove eventualmente si può sbarcare e bivaccare; anche in questo caso non sono molto profonde, quindi non farci conto in caso di mare un po’ mosso.
Passiamo dallo Scoglio del Ferale, isolotto dalla caratteristica forma triangolare, ben visibile.
Arriviamo appena prima di Portovenere sotto un’altissima falesia di rocce rosse e quindi alle pareti sotto al Muzzerone: un tratto assolutamente bellissimo con acque profonde e solo rari punti di sbarco con mare calmo.
 


 Geologia

 

Rocce Rosse

 

Passate le falesie del Muzzerone siamo al piccolo golfo dominato dalla chiesa di San Pietro e traforato da qualche grotta...



La Chiesa di San Pietro di Portovenere, il Muzzerone, le Rosse, il Ferale in una calma invernale

 

Grotta Byron 

 

Scoglio Ferale e Punta Mesco da San Pietro

Anche qui spesso l’onda è riflessa e il mare è complicato, ma appena girata la punta entriamo nello stretto che separa Portovenere dall’Isola di Palmaria e ci ridossiamo; possiamo sbarcare in una delle spiagge, oppure fare il giro di Palmaria e del Tino (circa 10 km) o ancora proseguire lungo la costa fino al Golfo delle Grazie dove è comodo sbarcare.
In questa zona bisogna tenersi alla larga dalle installazioni militari, peraltro ben segnalate, e fare attenzione al traffico di natanti di ogni dimensione che può essere pericoloso.
Dalle Grazie è possibile, con attenzione, attraversare in corrispondenza della Diga Foranea di La Spezia e collegarsi all'itinerario che raggiunge Lerici, Tellaro e Fiumaretta in Toscana.

 Portovenere dalla Palmaria


Distanze approssimate:
Deiva M.  Framura 2,1 MN  4 km
Framura Bonassola 2 MN 3,8 km
Bonassola Levanto 1,6 MN 3 km
Levanto Punta Mesco Monterosso 3,6 MN 6,7 km
Monterosso Vernazza 1,85 MN 3,4 km
Vernazza bivacco Guvano 1,3 MN 2 km
Vernazza Corniglia 1,7 MN 3km
Corniglia Manarola 1,4 MN 2,6 km
Manarola Riomaggiore 0,75 MN
Riomaggiore Portovenere 6,4 MN 12 km
Itinerario collaudato a settembre 2012
Qui sotto puoi trovare il 
Bollettino e previsioni meteomare.