giovedì 19 dicembre 2013

A Est! Foci dell'Isonzo e Laguna di Grado in kayak

A Est! Le terre degli avi, e le lagune, chiamano!

Dunque con Robi ci spostiamo in Friuli Venezia Giulia per vedere dall'acqua la Foce dell'Isonzo e la Laguna di Grado.
Come aperitivo ci concediamo una camminata nella Riserva Regionale di Isola della Cona, popolata in questa stagione da migliaia di oche selvatiche, ma anche da anatre ed altri pennuti.



Cavalli sul Fiume Isonzo


Un volo di oche selvatiche a Isola della Cona

 La danza delle Gru

Il primo giro, ad anello, inizia dall'istmo che separa il Fiume Isonzo dal Canale Quarantia: qui si parcheggia e ci si imbarca comodamente sia in Isonzo che nel canale.
Iniziamo scendendo il fiume, oggi placido.
La riva sinistra idrografica è quella più naturale, oltre l'argine dei chiari nei canneti e delle valli ospitano grandi stormi di uccelli.
La riva destra, in parte regolata da blocchi, è stata colonizzata dalla vegetazione riparia e dunque resta gradevole.


Alle spalle del canneto, verso NE, si vedono le Alpi Giulie già innevate e il Carso di Monfalcone e di Trieste.
Incontriamo l'imbocco del Canale Isonzato che collega il Golfo di Panzano con la Laguna di Grado, segnalato da bricole e cartelli indicatori.











Seguiamo il canale per un paio di km, e poi rientriamo in Isonzo. Potremmo seguire il canale Isonzato, e poi i Canali Cucchini e Tiel sino alla Laguna di Grado, ma sappiamo che seguono in parte la strada Provinciale e quindi rinunciamo.
Scendiamo al mare, thalassa, thalassa! Per me il passaggio da un fiume al mare è sempre una grande emozione, una sensazione quasi onirica di realtà sospesa e altra da due mondi.









L'acqua alla foce è molto limpida malgrado il fondo sabbioso; ci spostiamo prima in direzione di Grado fino a quando la costa naturale lascia il posto ad una scogliera artificiale. Inoltre i fucilieri appostati vogliono fare strage dei pennuti che involontariamente potremmo fare alzare, e quindi ritorniamo verso la foce.
All'improvviso il decollo di forse 50 cigni innesca un volo di centinaia di oche e poi di anatre che generano un frastuono incredibile, una visione dantesca.


Oche e anatre a mare

 

 

 

 Attrezzi da pesca

Tornati alla foce imbocchiamo il canale dragato in direzione di Trieste, con l'intento di costeggiare Isola della Cona, ma la marea calante ha già fatto scoprire una buona parte del fondale e quindi dobbiamo girare al largo, seguendo dei vaghi segnali lungo un canale che punta verso il Canale Quarantia. 

Lo risaliamo in un quieto imbrunire sino al punto d'imbarco.

In conclusione un giro breve, circa 25 km con la digressione sul Canale Isonzato, tecnicamente banale, ma in un contesto di grande pregio ambientale e naturale.

Noi abbiamo alloggiato, assai bene, alla Foresteria della Riserva Naturale  Regionale Foce dell'Isonzo Isola della Cona (info:333/4056800); per informazioni e cartografia della Riserva: http://www.riservafoceisonzo.it/

Per Trieste? De là!

 

...e poi passiamo in Laguna di Grado

In Laguna di Grado ci raggiunge Federico che naviga su un Sit on Top da pesca.
Ci imbarchiamo in località Belvedere, sulla destra del ponte che porta a Grado: con la bassa marea il limo nerastro del fondo non è molto invitante, probabilmente ci sono punti migliori per iniziare.
Lasciamo sulla destra l'Isola Volpera e l'Isola Villa Nuova, mirando dritti al passaggio a mare detto Taglio Morghetto e tagliando il grande canale navigabile della Litoranea veneta, contrassegnato da grandi bricole.
Come è ben noto a chi naviga nelle lagune (ma forse non a chi è nuovo di questi ambienti) i passaggi più profondi sono segnalati da file di bricole (grandi pali) e i passaggi secondari generalmente da piccoli pali o legni che indicano il percorso da fare per non arenarsi a bassa marea. 
"Bassa marea" a volte vuol dire non passare neanche con il kayak.

 Federico a Isola Villa Nuova

un segnale lasciato dai tagliatori di teste?

Litoranea Veneta

 Il Taglio Morghetto permette di superare una prima separazione della laguna dal mare, ma quella vera è segnata dai banchi strutture mutevoli di sabbia, poco emergenti dall'acqua, analoghe agli scani del Delta del Po.
Sono luoghi un pò irreali, cangianti, marcati dall'andare e venire delle maree. Si percepisce il rumore delle onde, ma solo raramente riusciamo a vederle frangersi.

Robi arriva a Banco d'Orio

 

...arriva anche Fede con il SOT...

Canale di Morgo

Percorriamo un tratto tra il Banco d'Orio e Marinetta, per poi rientrare in Laguna di Grado dal Canale di Morgo: la marea sta nuovamente calando e temiamo di restare impanati, quindi ci affrettiamo a raggiungere il canale dragato in corrispondenza della Litoranea Veneta, che seguiamo verso E fino a tagliare il Canale della Teiada. Seguendolo potremmo raggiungere il Fiume Natisso e risalirlo sino ad Aquileia.


Siamo ormai al tramonto e la marea cala sempre più: non è facile imboccare il piccolo canale che ci permettte di tornare al punto di partenza...





...ci guidano delle bandierine blu...



Insomma un giro di poco meno di 20 km, in ambienti molto interessanti; contrariamente a quanto pensavo l'acqua è sempre abbastanza limpida.
Da tenere presente che -almeno per i foresti - l'orientamento non è banale, e penso che la nebbia possa essere un bel problema.
Attenzione anche alla marea: noi abbiamo incontrato quella del novilunio, quindi piuttosto ampia. In caso di marea calante è necessario seguire i canali dragati, di solito marcati con bricole o pali o legni, e non farsi tentare dalle scorciatoie. Si resta davvero incagliati!




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