mercoledì 13 maggio 2015

In kayak nel Delta del Po - maggio 2015

Ancora una volta in kayak nel Delta del Po, questa volta con Marco Ferrario e Lorenzo Molinari e con l'accompagnamento di Stefano Barbiero il primo giorno.
Oggi, Primo Maggio, partiamo da Sud e mettiamo in acqua i kayak abbastanza comodamente (ma siamo ancora fuori stagione..) sul Po di Barricata, appena a monte del ponte mobile e del Porto Turistico..

Percorriamo il Po di Barricata risalendolo controcorrente, senza problemi malgrado la buona portata complessiva del fiume.
Entriamo, dopo qualche centinaio di metri, nella Laguna Allagamenti Sud grazie ad un ampio canale tra i canneti: questa zona, ci spiega Stefano, è andata sott'acqua negli anni '60 del 1900 quando -probabilmente- l'estrazione di metano generò la subsidenza, cioè l'abbassamento del suolo che era stato conquistato all'acqua con le bonifiche.
Restano, a testimonianza di un tempo in cui questa era terra coltivata, le rovine della casa padronale e dei silos del riso.

 

In kayak alla tenuta Daccò

 Proseguiamo risalendo gli Allagamenti e attraversiamo il taglio del Po, relativamente recente, denominato Busa Allagamenti; attualmente scarica a mare buona parte della portata del Ramo di Barricata.
Ci affacciamo quindi su Busa di Bastimento e poi passiamo in Laguna di Canarin.

Allagamenti Sud

 

Tra Allagamenti e Busa di Bastimento: di qui non si passa neanche in kayak...

Facciamo sosta presso Idrovora Boscolo di Polesine Camerini, dove Stefano ci illustra un'ipotesi di porto turistico, poi ripartiamo verso N e verso il ramo principale del Po; prima di arrivare in Po di Scirocco ci perdiamo ben bene nei chiari a marea calante.
Aleggia un PO di timore al pensiero di un bivacco in kayak arenati nel limo...
Ma come dice il Santo solo chi si perde si ritrova e solo chi pecca potrà essere salvato. Noi ci ritroviamo e dunque siamo salvi.
Si traversa il Grande Fiume e poi scendiamo fino al Faro di Maistra o di Pila.

  In kayak verso il Faro di Maistra


  Verso Batteria, anche i canali sono colore caffelatte

Una breve sosta al faro (questo luogo è un simbolo dell'abbandono e dell'incuria dei beni pubblici) e poi ci inoltriamo verso Batteria con le sue case spettrali che vi ho già descritto qui http://kinmare.blogspot.it/2012/07/delta-del-po.html

Batteria (foto di Marco Ferrario)


...e ancora girovaghiamo cercando acqua per le carene dei nostri kayak, e a volte incagliandoci, fino a trovare infine la bocca a mare del Burcio e il nostro primo bivacco.
Stefano ci saluta (e lo aspetta una bella pagaiata controvento fino alla centrale ENEL dove lo attendono), noi prepariamo il bivacco e la cena.
Una magrissima volpetta ci fa visita: come sarà arrivata sull'isola?

La Bocca a mare del Burcio

 Il nostro bivacco al Burcio (foto di Marco Ferrario)

 

Itinerario del Primo Maggio

Ripartiamo il due di Maggio dopo una notte tranquilla, animata da qualche scroscio di pioggia, ma il mare è calmo e resta tale anche attraversando le secche fuori dalla foce del Po di Venezia o Busa Dritta.
La navigazione procede gradevole, con il mare che lentamente prende forma di onde lunghe, anche alte, ma non frangenti se non a riva.
Fuori da Busa di Bastimento ci sorprende l'incontro con un branco di cinque grandi delfini dal dorso nero (credo Tursiopi), inaspettati visto che siamo a poche centinaia di metri da riva.
Sentirli respirare è per me sempre una grande emozione.
Ritorniamo a Barricata dove entriamo in Sacca Scardovari; costeggiamo la riva E passando per le cavane e gli allevamenti di mitili, poi tagliamo sulla costa W e ci spingiamo fino allo Scano S degli Scardovari in bassa marea.
I gabbiani sanno dove deporre le uova, noi qui non avremmo mai osato dormire, ma il luogo è sopra il limite di alta marea ... pare.

  

Scano Scardovari Sud

Io ormai sono abbastanza stanco, imbocchiamo il canale dragato che permette di raggiungere il Po di Goro senza passare dal mare e imbocchiamo il labirinto di chiari e paradei di Bonello Bacucco.
Questa è sicuramente una delle parti più belle dell'intero Delta del Po.
Arriviamo finalmente alla sottile lingua di sabbia che ci offrirà il luogo per bivaccare la prossima notte, e per cena una bottiglia di rosso, portata da Lorenzo, ci allieta.

 Marco Ferrario nei canali di Bonello Bacucco

 

Sbarco dei kayak a Bonello Bacucco (foto Marco Ferrario)

Impronte di uccelli al Bonello Bacucco

Himantopus himantopus - Cavaliere d'Italia

Secondo bivacco

 

 Sorge la luna

 Itinerario del 2 Maggio

 V: Foce del Po di Venezia- Busa Dritta; B: Bocca a mare della Laguna del Basson; S: Foce del Po di Scirocco; C: Bocca a mare ella Laguna del Canarin; B: Busa di Bastimento; A: Busa degli Allagamenti; B: Foce Po di Barricata (porto); S: Canale tra Sacca Scardovari e Po di Gnocca.

Ripartiamo il 3 maggio dopo una notte tranquilla e illuminata dalla luna.
Inizialmente ci muoviamo nei chiari e nei canali di Bonello Bacucco, poi prendiamo il canale che permette di entrare in Po di Goro di fronte al Faro.
Qui si avverte molto la "dialettica" tra corrente del fiume, onde del mare e marea che creano una dinamica dell'acqua particolare: onde alte ma "morbide" che confondono a momenti il senso di scorrimento dell'acqua.
Giretto di saluto al Faro, e poi ci avviamo verso il canale che consente il passaggio in Sacca di Goro.
Questo canale è regolato da una chiusa -Porta Vinciana- che si apre a bassa marea e si chiude ad alta marea: lo scopo è di limitare l'afflusso di acqua dolce dal Po in Sacca di Goro, che entrerebbe con il livello più alto dell'acqua e darebbe problemi alla coltivazione di vongole.
La parte più affascinante della Sacca di Goro è quella dell'Oasi del Mezzanino, alle spalle del Faro, rifugio di tantissimi uccelli.


 Sacca di Goro

Proseguiamo il giro in Sacca spostandoci prima verso l'argine che la separa dal Po di Goro, poi riprendendo l'asse principale, parallelo allo Scano di Goro (che al suo termine prende il nome di Scano di Piallazza). Qui seguiamo un canale navigabile marcato da grandi bricole sino alla fine della terra.
Fine alquanto labile e cangiante in funzione del vento, delle onde della marea.

Scano di Piallazza - Punta Scano di Goro

Dopo una pausa rientriamo via mare passando dal Faro di Goro e rientrando dalla Foce di Po di Goro dove delle onde alte ci sospingono in risalita sulla prima parte del fiume. Non frangono, e surfare è gradevole. 
Bivacchiamo nuovamente a Bonello Bacucco dopo una giornata più riposante delle precedenti: e Nettuno mi dona sulla riva una fresca lattina di birra.

Marco e Michele davanti al Faro di Goro (foto di Lorenzo Molinari)

Itinerario del 3 maggio

Il 4 maggio, con calma, ripercorriamo parte dell'itinerario del 2 e ritorniamo a Barricata con un tempo caliginoso e quasi afoso, questa volta costeggiando la riva interna degli Scani di Scardovari.

Un grazie particolare a Marco Ferrario - Ekokayak-  https://ekokayak.wordpress.com/ e a Lorenzo Molinari per le foto e la compagnia.

5 commenti:

  1. Il giro che avete fatto è bellissimo e ci ha ispirato: secondo voi si può fare in agosto?
    Ciao
    Alessandro e Beppe (verona)

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  2. Si può fare senz'altro, gli unici inconvenienti saranno le zanzare e un pò di turisti in più.
    Buon viaggio!
    Michele

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  3. Buongiorno Michele, guardando il bellissimo blog del viaggio, mi sono accorto che uno dei kayak è un Korsa 15.4 della cscanoe. Se non mi sbaglio vi chiedevo un po' di informazioni su quella barca. In pratica mi capiterebbe di acquistare un korsa 15,4 usato ma in perfette condizioni. Volevo sapere, se possibile, come si viaggia, stabilità primaria e secondaria sul mare formato, velocità, capacità di carico e tutto quello che potete aggiungere.
    Vi ringrazio anticipatamente e vi auguro un buon anno
    Massimo
    Il mo indirizzo email é romogudi@gmail.com

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    1. Scusa il ritardo vedo ora. Il korsa e' una barca molto stabile (ottima x fotografare) e capiente, vedi il post sulle Kornati. L'unico difetto è che da scarico ha molto fianco fuori dall'acqua e quindi sente molto il vento. Conviene zavorrare a prua. Sarebbe utile uno skeg.

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    2. grazie, lo avevo provato e quella è stata la prima sensazione. Inoltre era in kevlar carbonio vacuum system e quindi leggerissimo, peranto veloce in accelerazione, ma sensibile al vento. Ci ripenserò un po', ho visto anche un adventure 480 della dianacanoe che sembra più equilibrato.
      un saluto Massimo

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