Il Delta del Po in kayak (I)
Il Delta del Po è una delle poche zone
costiere italiane relativamente immuni dalle colate di cemento e
dall’antropizzazione.
In realtà il Delta è stato, nei
secoli, trasformato dall’intervento dell’uomo con la deviazione
del Fiumi, le bonifiche, la coltivazione estensiva; ma pare esistere
un’oscillazione tra le conquiste dell’uomo e il riequilibrarsi
della natura che si riprende ciò che è stato modificato.
Il “villaggio fantasma” all'Isola della Batteria è un esempio molto forte di questa oscillazione:
l’area era stata bonificata, prosciugata e coltivata, poi è stata
riconquistata dall’acqua e quasi abbandonata dall’uomo. Un aratro
semisommerso e coperto di conchiglie fa da testimone.
Laguna di Batteria, un aratro ... e un kayak
Pur non potendo definirsi una zona
"selvaggia", le difficoltà di spostamento nelle zone di laguna rendono
il Delta del Po un contesto ambientale affascinante, ricco, ma anche
ostile. Mentre le grandi spiagge sono facilmente raggiungibili e
quindi frequentate d’estate dalle barche turistiche, le zone
interne sono caratterizzate da acque molto basse, e sono generalmente
impercorribili fuori dai canali dragati anche per imbarcazioni con
poco pescaggio; in certe condizioni di bassa marea alcune zone sono
temporaneamente impraticabili anche con il kayak.
Il fascino del Delta è nell’ambiguità
continua tra fiume, laguna, mare, acqua dolce e acqua salata;
l’orizzonte è spesso nascosto dal canneto o dall’argine, e
sfociare a mare dai rami del fiume è un’esperienza quasi onirica.
Sentiamo, e non solo vediamo, il fiume trasformarsi in laguna e poi
in spiaggia: il luogo si riconosce, ma è sempre un po’ diverso,
spostato.
I periodi ideali per frequentare il
Delta in kayak sono la primavera e l’inizio dell’autunno. In
estate, oltre che un discreto affollamento di gitanti sulle spiagge
c’è un notevole affollamento di zanzare…
In inverno il problema può essere la
nebbia (che a noi è capitato di trovare anche a maggio); un GPS
utilizzato intelligentemente può fare molto comodo.
In kayak alla Sacca di Goro in un bel mattino di maggio...
L’alto Adriatico è l’unica parte
del Mediterraneo in cui le maree sono sensibili: nel Delta del Po la
portata del fiume, le condizioni del mare e le maree sono tre
variabili molto importanti e interconnesse..
Risalire un ramo del Po con la marea
calante è molto faticoso, e se nello stesso momento la portata del
fiume è alta può essere veramente problematico.
Alcune lagune interne (il Basson ad
esempio) si svuotano a marea calante con coefficienti alti ed entrare
dai canali diventa difficile; inoltre una volta dentro la laguna la
possibilità di restare seriamente incagliati nel fango è alta.
Attenzione dunque alle maree; ad esempio si vedono qui http://www.portobarricata.it/maree.html
Alla foce dei vari rami del Po con mare
mosso e buone portate del fiume si creano onde alte e correnti
complicate.
Due kayak davanti a Scano Boa
Il Faro di Maistra dalla Batteria
Boccasette
Un piccolo glossario...
Barena: banco di limo o sabbia sommerso
periodicamente dalla marea.
Bonello: isolotto di sabbia che si
forma in laguna per la sedimentazione delle acque fluviali e l'azione
delle maree.
Incile: biforcazione di un braccio del
fiume dal corso principale.
Mortizza: braccio di fiume a corrente
ferma.
Paradeo: stretto canale tra le canne.
Scano: lingua di sabbia in mare, spesso
di forma ed estensione variabile
Valle: laguna adibita alla pesca o alla
caccia, generalmente privata e non visitabile
Velme: banchi di limo che emergono
quando il fiume è in magra.
Nessun commento:
Posta un commento